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DiMesagne Progressista

La Sinistra

”La sinistra è Noi non Io; la sinistra è lealtà, coerenza non doppiogiochismo; la sinistra serve per liberare l’uomo dalle paure e dalle soggezioni non per cavalcarle; la sinistra unisce non divide, esprime ragioni non vende illusioni; ha un senso solo se educa cittadini non cortigiani. La sinistra è, in sostanza, una scelta morale, ancorata a valori e principi, non negoziabili pur di strappare una vittoria elettorale.”

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FORI – agricoltura sociale

Promuoviamo.
Partecipiamo.
Condividiamo.
CORSO DI ISPIRAZIONE PER PRATICANTI AGRICOLTORI SOCIALI
#sviluppoeconomico
#ripartiamodallagricoltura

(tratto da un post di Roberto Covolo su Facebook) – LINK

‘Fori’ in dialetto brindisino significa ‘in campagna’. Dove crediamo che la città con i suoi oltre 20.000 ha di terreni agricoli debba guardare per costruire un modello di sviluppo alternativo e sostenibile nel tempo.

In vista dell’uscita del bando per l’affidamento in gestione dei terreni confiscati alla mafia, l’Amministrazione Comunale di Brindisi promuove un ‘Corso di ispirazione’ per aspiranti agricoltori sociali.

Abbiamo invitato a raccontare la loro esperienza e a confrontarsi con i corsisti le principali esperienze di agricoltura sociale della nostra regione: cooperative che lavorano su terreni confiscati, associazioni che combattono il caporalato, contadini di nuova generazione che sperimentano l’agricoltura naturale, gruppi che promuovono l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Una comunità in divenire che contribuisce a creare una nuova mappa rurale e sociale della Puglia.

L’obiettivo del percorso è fornire un’orizzonte nel quale auspichiamo che le future attività agricole e sociali di gestione dei terreni confiscati a Brindisi possano inserirsi.

Il corso dura 20 ore, è gratuito ed aperto a tutti e tutte. 
Per partecipare occorre iscriversi inviando una email all’indirizzo foribrindisi@gmail.com

Si parte il 15 Aprile con le esperienze di Società Cooperativa Agricola Karadrà di Aradeo (Le) e di XFARM Agricoltura sociale di San Vito dei Normanni (Br).

#beniconfiscati #riusabrindisi #fori #agricolturasociale

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Dopo la pagina triste, una squallida (di M. Graduata)

Quando, per ignoranza, non si conosce la storia del paese che si vuole governare e la si riduce al ventennio personale, si pratica un pensiero debole, inutilizzabile per costruire un futuro diverso.

Quando, pur non conoscendola, si tenta in malafede di denigrare e banalizzare quella degli altri per glorificare la propria, si è in presenza di un pensiero squallido che nasconde un progetto politico.

Antonio Gramsci lo analizzava così: “Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vedere la grandezza e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa anche se assume pose gladiatorie e smania per la grandezza”. In questo caso continuava Gramsci ”non siamo in presenza di grandi uomini politici, ma di camerieri che fanno il deserto intorno a loro per emergere e distinguersi”. Ecco, appunto, di questo si tratta!

Mesagne non merita di essere governata da un padrone comunale e un padrino regionale, ma da donne e uomini liberi come Rosanna Saracino e Alessandro Denitto che vogliono costruire #tuttaunaltrastoria.

P.S. Cara Rosanna Saracino , noi siamo di Mesagne, conosciamo la storia di tutti, sulla tua non può speculare nessuno, neanche chi, con le sue miserabili affermazioni, rappresenta soltanto la vergogna della Puglia.

Michele Graduata

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L’anomalia italiana, pugliese e mesagnese (di Michele Graduata)

Come è noto gli italiani, nel corso dei secoli, hanno sempre dimostrato una spiccata capacità di inventare sistemi politici e formule di governo. In alcuni casi si è trattato di esperienze incentrate su un sincero amore per la libertà; altre invece si sono caratterizzate per una spiccata servitù volontaria verso padroni indigeni o stranieri.

In questo contesto, nel bene e nel male, il Mezzogiorno e la Puglia sono sempre stati utilizzati come laboratorio per costruire le fortune politiche di qualche leader. Quella del laboratorio è infatti una categoria politica  che, in realtà, nasconde un progetto coloniale, perché si nutre di patti più o meno segreti fra pochi intimi con l’obiettivo di declassare il cittadino a suddito.

A partire dalle elezioni del 4 Marzo 2018 l’ Italia viene utilizzata come laboratorio di un governo gialloverde di destra, razzista e xenofoba, che, sul piano internazionale, la sta isolando dal resto del mondo; sul piano economico, la sta sprofondando nella recessione e, sul piano dei diritti civili, la sta facendo regredire al Medio Evo. Si tratta di una anomalia, unico caso in Europa, gestita dalla Lega, partito del Nord che a poco a poco sta oscurando i 5 Stelle, movimento del Sud.

Ancora una volta anche la Puglia, sotto la regia dell’attuale presidente della Regione Michele Emiliano, viene utilizzata come laboratorio per sperimentare una nuova formula di governo incentrata sul “civismo”. Di cosa si tratta? Di fronte agli errori, alle divisioni ed alla conseguente crisi che ha investito la sinistra, Emiliano, invece di puntare ad una sua riforma ed autorigenerazione, è il promotore di un nuovo contenitore politico con le seguenti caratteristiche: inclusivo, dai fascisti ai gruppettari, amichevole verso la destra illiberale, possibilista verso i 5 Stelle e promotore e sostenitore di liste civiche in contrapposizione al centrosinistra. Anche in questo caso siamo in presenza di una anomalia, unico caso in Italia, portata avanti da un ex Segretario regionale del Pd che punta ad aggregare spezzoni di ceto politico da utilizzare alle elezioni, in contrapposizione alle liste dello stesso Pd.

Questo anomalo tentativo, in corso di sperimentazione in diversi comuni della nostra regione, al momento, ha diversi fedeli seguaci ma anche tanti fieri oppositori.  Fra i primi va sicuramente annoverato chi, dopo aver fatto il consigliere comunale, provinciale, regionale, il deputato e ora si candida a fare il sindaco di Mesagne, si presenta come il rappresentante della società civile ed il fustigatore della casta, senza accorgersi di scadere nel ridicolo.

In questo contesto di anomalie va anche letta la triste pagina che è stata scritta domenica scorsa a Mesagne in occasione della presentazione del movimento Insintonia. Si è trattato di una messa in scena della post-democrazia nella quale più che sui contenuti  si è puntato sulle emozioni e sull’empatia. Nel discorso introduttivo, infatti, c’era di tutto, mancava solo la politica. Dai 5 Stelle si è preso a prestito il tema dei vitalizi per seminare un po’ di antipolitica. Dalla Lega si è copiato il tema del razzismo verso gli altri comuni che, sebbene con i loro voti avevano nel passato contribuito alle varie elezioni, sono stati considerati di rango inferiore rispetto al “paese più bello del mondo”. Il piatto forte, tuttavia, è stato servito  facendo man bassa dei luoghi comuni di berlusconiana memoria: il tempo sottratto alla famiglia, Mesagne è il paese che amo, l’elettore ha sempre ragione, l’odioso trasformismo declassato a minestrone appetibile, il fascismo recuperato come contributo al bene del paese ecc.  In sostanza, anche in questo caso siamo in presenza di una anomalia perché, in assenza di un pensiero lungo, l’orizzonte temporale indicato è infatti quello dei prossimi cinque anni,  l’unico messaggio lanciato al paese è quello di fare affidamento sulle capacità salvifiche di un uomo solo al comando, tipico di una mentalità autoritaria.

Per evitare che anche Mesagne, come l’Italia e la Puglia sia annoverata tra le anomalie politiche del nostro tempo, è necessario reagire politicamente e culturalmente contro chi, attraverso l’addomesticamento delle coscienze, vuole trasformare la nostra città in un feudo personale.

Per questo ho deciso di schierarmi con il centrosinistra guidato da Rosanna Saracino e Alessandro Denitto. Si tratta, infatti, di un progetto politico che, coniugando società politica e società civile, si colloca nel solco di uno schieramento nazionale ed europeo, perché ha una funzione storica e una missione politica da svolgere: proporsi come alternativa alla destra. Personalmente ho vissuto la sinistra per appartenenza, per convinzione e per passione  e non sono pentito. La sinistra è Noi non Io; la sinistra è lealtà, coerenza non doppiogiochismo; la sinistra serve per liberare l’uomo dalle paure e dalle soggezioni non per cavalcarle; la sinistra unisce non divide, esprime ragioni non vende illusioni; ha un senso solo se educa cittadini non cortigiani. La sinistra è, in sostanza, una scelta morale, ancorata a valori e principi, non negoziabili pur di strappare una vittoria elettorale.

In presenza di una concentrazione della ricchezza e del potere nelle mani di pochi e di milioni di persone sofferenti, disagiate, abbandonate e giustamente arrabbiate per i mille problemi quotidiani, bisogna prendere atto che le scorciatoie non fanno storia: durano una stagione e poi scompaiono. Solo la politica e un rinnovato centrosinistra, che faccia ammenda dei propri errori, può contrastare la destra e costruire #TuttaUnAltraStoria.

Michele Graduata

Mesagne, li 27 Marzo, 2019